KAP1111: La Vittoria, Una Porta

Vorrei avere tante persone vicino. Tante quante... quante? Tante. Tante quante ci stanno, a spanne: tante. Molte tante, anzi tantissime tantissime (2 volte di più di tantissime). Ricordate Rocky Balboa, nel primo film della serie, quando si alzava presto la mattina per correre lungo le periferie cittadine, con il freddo, con la nebbia, con la pioggia, con la sua fedelissima tuta grigia, ad allenarsi al grande evento della sua vita, a volte rincorso da uno stuolo di ragazzini e gente del posto quasi a sospingerlo verso la vittoria?
Ma qual è la vittoria da rincorrere e possibilmente raggiungere in questa fantastica invenzione che si chiama KAP1111?

Patrucco Pierandrea, ispirato dall'indimenticabile Didier Favre, l'anno scorso ha fatto, percorso e realizzato il Kap444, e mi aveva giurato di non rifarlo più. Dopo solo sei mesi mi chiama e se ne esce che farà proprio così come mi aveva confessato: "Basta col Kap444, è ora di passare al KAP1111"! Cioè, il che vuol dire, ben più di 1000Km di volo in parapendio, da Montecarlo a Trieste!
L'ho incontrato a giugno, giorni ventosi e piovosi di giugno 2008. Stava arrivando al traguardo del suo sogno ed approfittando di un paio di giorni di meteo inclemente, quando gliene mancava soltanto un centinaio di tutti quei chilometri che si era prefissato di percorrere col suo fido parapendio, ci siamo raccontati. Con la compagnia di un buon vino rosso, con le gambe sotto il tavolo, con le mani indaffarate ad affettare pietanze arroste, impegnati ad inforchettare paste cotte a puntino, scucchiaiando morbidi dolci casalinghi è ben facile intrattenersi col verbo: in vino veritas. E così anche il giorno dopo.
Il Pierandrea che ne è uscito era quello che avevo già in testa, quello che avevo incrociato molte volte negli anni novanta ai Meeting, oppure ai Campionati. Soprannominato Patatrac, poi per gli amici è diventato Kavia, è a volte timido e con lo sguardo fuori fuoco, a tratti apparentemente cerebroleso, trasuda lucidità paralizzante nelle sue affermazioni e convinzioni volo-liberistiche. Ne ha viste di cose in 25 anni di deltaplano e parapendio. Si potrebbe notare in Pierandrea due persone in una: Andrea e poi c'è Pier in parallelo che gli sta a fianco ma anche avanti nel tempo. Andrea è qui a preparare il KAP1111 senza gente attorno che non ama salvo, appunto, i fedelissimi, mentre Pier è già proiettato al KAP2222 del futuro attorniato da tanti giovani adepti attenti ad imparare ogni sua mossa, a seguire ogni suo consiglio. Due persone in una che si muovono contemporaneamente sullo stesso piano orizzontale ma che si dedicano temporalmente e verticalmente a cose diverse, e a volte anche in contrasto tra loro...
Pierandrea Patrucco inizia a volare in deltaplano nel 1982, e in parapendio nel 1992. È stato per due volte Campione Italiano e membro della Squadra Nazionale sia di parapendio che di deltaplano. Tiene corsi di pilotaggio avanzato ed introduzione al Cross-Country con voli in biposto.

Marco Zonca vola in parapendio dal 1989. Ha fatto il primo record mondiale di un italiano e detiene due record nazionali. Da diversi anni è ai vertici delle classifiche di Cross-Country, gestisce un bellissimo Bed & Breakfast ed è un riferimento come guida ai voli in Friuli e Slovenia.
Ma qual è il grande evento nella vita di un pilota di parapendio? Cosa può rappresentare un punto di arrivo, la madre di tutte le vittorie? La grande vittoria è tale fino a quando non la raggiungi. Poi scopri che non è veramente la grande vittoria, ti accorgi che non è più il punto di arrivo tanto atteso e ricercato.Quasi amaramente realizzi invece essere soltanto una grande porta che sei riuscito ad aprire... una porta che ti fa vedere quante altre mete hai davanti a te e che potresti raggiungere, ciò significa che riuscirai a vedere quante altre porte potresti ancora aprire oltre quel punto! Sarà forse vincere un Campionato Regionale? Sarà arrivare a meta ad una gara di Coppa del Mondo? Forse arrivare primo nella classifica Nazionale dei voli di Cross-Country? Oppure atterrare nel centro del bersaglio durante una gara di precisione? Vedersi omologare un Record del Mondo? Diventare Campione Nazionale?
Il mio punto di vista è: La Grande Vittoria è concludere felicemente il KAP1111! E' ovvio, non può essere altrimenti. Avrò un solo ostacolo, ma sarà il più ostico: prima della meteo inclemente, prima di ogni altro avversario, ancora prima della sfortuna, dovrò essere pronto a sfidare me stesso, io ed I MIEI PROPRI LIMITI. Ecco laggiù la Grande Porta da aprire. Cosa ci sarà oltre quella porta per me, non lo so. Nessuno lo sa quindi nessuno è in grado di dirmelo. Ci sarà forse un labirintico abisso oppure la luce chiarificatrice ed illuminante?

Perché lo voglio fare? Quando un'impresa chiama non è facile tirarsi indietro... Ecco la spiegazione dell'impulso a tentare un'impresa, poi, quando si è dentro l'impresa, inizia la sfida con se stessi per non uscirne prima di averla conclusa. Molta gente muore per questo: muore dentro l'impresa prima di uscirne, o muore "dentro" dopo che ne è uscita prima di averla conclusa.
Pierandrea, nel Kap444, pur portandolo a termine, un po a suo modo c'è morto "dentro". Il KAP1111 è necessario alla sua rinascita definitiva, sempre che riesca a concluderlo, questa volta, esattamente come lo desidera lui. La matematica sancisce l'indiscutibile realizzazione e conclusione del Kap444: da mare a mare, dal Mar Ligure al Mar Adriatico, da Montecarlo a Trieste. Ne sono testimone anch'io, è proprio vero. Io c'ero. Il suo video lo dice, come pure il suo libro con tutti i dettagli, i sogni, gli incubi, gli insuccessi ed i successi, la delusione e poi la felicità. Tutti i luoghi e tutte le persone che lo hanno accompagnato idealmente in quella sua impresa lo possono confermare. Didier Favre c'era. Tutte queste cose appaiono chiare, e lo sono.
Ma lui è un perfezionista, lui vuole il "bel volo", lui desidera saziarsi di sorrisi, di tramonti rossastri, di caldi ed assolati pendii erbosi, cullarsi in venti di dinamica eterni, essere rapito dalla termica perfetta! E come non condividere questo bisogno, questa ricerca di "bel volo"? Come non rimanere affetti da questo virus da volo libero?
E già non stavo bene per conto mio. E già ero affetto dai miei senza bisogno di un'altro così forte. Fate attenzione al virus che si chiama KAP1111!
Il tragitto di oltre 1000Km serve, prima di tutto, proprio a Pierandrea: è necessario alla sua rinascita definitiva, sempre che riesca a concluderlo, questa volta, esattamente o meglio di come lo sogna lui.

Lungo il mio percorso vorrei avere tante persone vicino. Offritemi un letto in soffitta per la notte, un panino alla mortadella, un bicchiere del buon vino della vostra terra. Venite ad incontrarmi come Rocky Balboa, venite a sostenermi rincorrendomi, spingendomi, da Montecarlo a Trieste attraverso la pedemontana Alpina, per tutti i decolli caldi ed assolati della Pianura Padana, attraverso i laghi, i fiumi, lungo le polverose ed arroventate strade di quest'estate: voglio incontrare Gisella, Angelo, Zara, Mario, Paolo, Francesca... venite a trovarmi, io ci sarò. Ora mi chiamano Zoncatan, e la mia terra d'origine, il mio parco giochi, è qui tra i monti del Friuli e della Slovenia, ed è proprio qui che voglio arrivare!

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"La Vittoria, Una Porta" è anche il titolo di un film: di 30' racconta i sogni, le speranze e ne svela i timori durante le settimane di allenamento precedenti la grande avventura del Kap1111, un mese da trascorrere lungo la pedemontana Alpina da Montecarlo a Trieste. Ho curato personalmente il montaggio, la fotografia, la musica ed il testo della narrazione contenuti in questo film! Clicca qui per acquistare il DVD.

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