THERMAP e la nuova pressione termica

Vi segnalo questo interessante e "nuovo" progetto di mappatura delle termiche, se così lo vogliamo chiamare. Questo è un argomento a cui sono affezionato e a cui ho dedicato molto tempo, anche adesso a distanza di anni dalla mia versione di mappe elettroniche di termiche usando il Track2Thermic, riportata anche nella versione italiana del libro "Volare in Termica" di Burkhard Martens con un capitolo speciale.

L'autore del progetto Thermap ha avuto un approccio diverso dal mio, per tal motivo mi ha incuriosito, tanto da prenderlo in seria considerazione, tanto da spingermi a fare un confronto tra le mie mappe e le sue; il risultato è stato che nonostante i due approcci sono stati diversi il risultato è veramente simile: le termiche si trovano lì dove vengono indicate. Le mie mappe sono il risultato di voli reali e storici, e quindi di termiche realmente utilizzate, mentre le sue invece sono mappe derivanti da calcoli di inclinazione dei pendii e di esposizione degli stessi al sole.
Lo scorso anno ci siamo scritti molte email, Beda Sigrist ed io, ed è stato bello ottenere da lui, su mia richiesta, una bozza di mappe dal formato diverso di come le presenta ora sul suo sito, così da poterle rielaborare col programma Mapedit e poterle inserirle anche nei GPS Garmin cartografici e testarne l'efficacia direttamente in volo!

Mappa del "calore" (prima versione)



Per motivi pratici TherMap calcola l'accumulo di calore in superficie utilizzando un semplice algoritmo affinato empiricamente, approssimando l'evoluzione della temperatura della superficie del terreno alle altitudini di volo abituali. In aggiunta Thermap tiene conto anche dell'effetto del raffreddamento delle aree boschive e della vegetazione stagionale, e fa un approssimazione dell'effetto albedo della neve e del permafrost (terre normalmente ghiacciate e fredde). Con queste rettifiche successive apportate alla mappa base che teneva conto della sola temperatura, si possono considerare come plausibili le mappe come predittori di termiche per le aree alpine specialmente durante le ore pomeridiane.
Per convalidare e affinare le mappe, sono state sovrapposte alcune tracce di voli, utilizzando i colori per distinguere tra zone discendenti e zone ascendenti durante le fasi del volo. In questo modo si sono potute notare le corrispondenze tra zone del terreno di "influenza termica" ed i ratei di salita della traccia del volo. La mappa riportata qui di seguito, di un volo in tutta la regione attorno al ghiacciaio in Svizzera, dimostra come il colore blu (salita) della traccia corrisponde alle zone rosse del terreno, mentre il colore bianco (discendenza) è sovrapposto alle zone del terreno dove ci si aspetta minore attività termica.
Nelle sue pubblicazioni il pioniere del volo in aliante, il tedesco Jochen Von Kalckreuth, ricorda spesso che sui pendii con inclinazione superiore a circa 25-30 gradi ha osservato che le termiche tendono a salire lungo il pendio, fino a quando raggiungono una minore inclinazione del pendio oppure il crinale, e quindi si staccano dando origine alle termiche ascendenti che noi ben conosciamo.
La novità è che ora TherMap considera anche il limite della neve e del permafrost: in queste zone la salita dell'aria riscaldata dal sole lungo il pendio incontra l'aria fredda proveniente dalle cime innevate, dai ghiacciai, causando un ulteriore motivo per lo stacco delle termiche.


Mappa della "pressione termica" (seconda versione)



Le mappe del "calore" della prima versione mostrano sostanzialmente una distribuzione uniforme e regolare della temperatura sui pendii le cui parti sono esposte al sole sia in termini di orientamento est-ovest sia in termini di pendenza. Durante i pomeriggi assolati e caldi le mappe tendono ad essere sovraccariche di zone "rosse" e quindi troppo ampie e "sbiadite" per i nostri scopi. Con gli ultimi sviluppi ci siamo inventati la "pressione termica", per superare i punti deboli intrinsechi delle mappe che tengono conto principalmente del solo calore.
L'idea della pressione termica è basata sulla conoscenza che qualsiasi "bolla d'aria" riscaldata al di sopra di un pendio sviluppa una forza ascendente che può essere scomposta in due componenti: una lungo la linea di salita più ripida del pendio, e una per la perpendicolare del pendio stesso.
La prima componente, quella lungo il pendio, è più forte quanto più è ripido il pendio ed è proporzionale all'angolo di pendenza ma diminuisce lentamente con la distanza dalla bolla originante iniziale, fino a quando la pressione residua scende al di sotto di un valore critico o fino a quando viene raggiunto il punto di stacco (ostacolo, sommità o altro). La genesi dell'ascendenza delle bolle d'aria è derivata dalle mappe di temperatura prima versione, poi interviene il nuovo calcolo della "pressione" secondo il modello appena descritto.
La pressione termica si è rivelata un approccio più preciso rispetto al solo irraggiamento o mappe di calore, più preciso nel determinare e nel visualizzare il potenziale locale per le termiche. Pertanto si può ridurre il numero di mappe a solo quelle di pressione termica. L'immagine seguente mostra che la pressione termica può fornire mappe dettagliate anche per i pendii rivolti a sud, quindi ben esposti al sole, durante un caldo pomeriggio d'estate.
Prendendo la stesse traccia di volo e sovrapponendola alla nuova mappa potremo constatare che gli hotspot delle termiche sono mostrati molto più precisamente rispetto alla corrispondente mappa di calore della prima versione.

Mappe del "vento" (terza versione)
Sono state sviluppate anche mappe che tengono conto del vento di cui suggerisco di prenderne visione direttamente sul sito dell'autore Beda Sigrist, e anche conoscere meglio questo appassionato pilota di aliante, all'indirizzo http://www.aerodrome-gruyere.ch/thermap (in lingua inglese, tedesca e francese) e trovare ulteriori informazioni su questa bell'idea!

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